Ciao! Io sono Bianca e questa è Cose dal Web, la newsletter in cui - solitamente e sporadicamente - ti parlo delle cose belle che ho scoperto in settimana surfando il web.
Oggi però ti parlo di comunicazione, o meglio, di cosa succede quando questa viene a mancare.
Ieri sera sono stata all’Ambasciata Americana per seguire l’Election Night.
Mentre arrivavano i primi exit poll, mi sono trovata a chiacchierare con un membro del PD, che si/mi interrogava su cosa sbagliasse il suo partito.
“Ma come - mi sono chiesta - non è evidente il disastro comunicativo della sinistra italiana?”
Questa mattina, quando il mondo è stato colto dall’ennesima “sorprendente” vittoria della destra, mi sono risposta che no, non è evidente.
E non solo in Italia.
Premessa 1: è sera, ho fatto duecentoventordici ore di treno e sono molto stanca, perdona any typo
Premessa 2: questi sono solo i miei 2cents, il tema è molto ampio e avrebbe bisogno di parecchie newsletter in più
Premessa 3: gran parte della politica si gioca nel campo del marketing (di sé, del proprio partito, delle proprie idee).
Proprio come nel marketing tradizionale, la comunicazione politica mira a persuadere un pubblico (gli elettori) a comprare (votare, dare fiducia) un prodotto (il candidato o il partito).
Ed è proprio da qui che dobbiamo partire: dalle basi del marketing.
1. Le emozioni e una sinistra troppo “intellettuale” per usarle
C’è un concetto che sta alla base del marketing: i clienti emotivamente connessi hanno un valore molto più alto dei clienti soddisfatti del prodotto ma senza un legame emotivo.
Un concetto molto semplice, ma che spaventa molto la sinistra: troppo “intellettuale” per “parlare alla pancia delle persone”, troppo “giusta” per abbassarsi al “populismo” e talmente “superiore” da farsi sfuggire la base della psicologia cognitiva, che ci dice che solo una piccolissima parte delle decisioni prese dagli esseri umani sono mosse da argomentazioni razionali.
E questo la destra lo sa bene: gioia, tristezza, paura, rabbia, disgusto sono elementi che possiamo trovare in quasi ogni comunicazione o slogan dei partiti più conservatori.
Pensare che l'emotività sia manipolazione è una visione limitata e elitista, ma soprattutto porta a un solo risultato: l’auto sabotaggio.
L’essere umano, e quindi l’elettore, non è solo testa, ma anche (e soprattutto) pancia. Ogni parte è essenziale e va considerata nella sua interezza, senza guardarle da un piedistallo di pregiudizi.
Innanzitutto, le emozioni servono come punto di ingresso per avvicinare le persone (anche a temi complessi).
Una volta stabilita una connessione emotiva, diventa più facile introdurre argomentazioni razionali e spiegazioni dettagliate, in quanto le persone sono più propense ad ascoltare.
Poi, l'uso delle emozioni nella comunicazione politica non deve necessariamente tradursi in manipolazione o populismo.
È vero, la destra usa soprattutto le emozioni primarie negative, ma non deve per forza andare così.
Ce l’ha dimostrato Obama che, con il suo “Yes we can” e “Change we can believe in”, metteva come elementi centrali della sua campagna la speranza, l’unità e il cambiamento, valori che hanno motivato milioni di americani a credere in un progetto collettivo, a sentirsi parte di qualcosa di più grande.
Emozioni positive, lontane dalla consueta retorica della paura e della divisione. Una visione empatica e ottimista, ma non ingenua.
Eppure, in Italia così come negli USA, la paura di essere etichettata come "populista" ha portato la sinistra a rinunciare alla conquista dei cuori - quindi delle menti e soprattutto dei voti - delle persone.
2. Conosci (NB: non disprezza) il tuo target
Chiunque abbia letto anche solo un post di qualche guru su LinkedIn sa che il secondo aspetto fondamentale nel marketing è conoscere il tuo pubblico: i suoi sogni, le sue aspirazioni e soprattutto le paure.
Ed ecco dove caschiamo di nuovo: la sinistra sembra aver perso il contatto con le priorità e le preoccupazioni quotidiane di gran parte del suo elettorato tradizionale.
Un altro aspetto critico è proprio la scarsa capacità di intercettare e comprendere le istanze, le paure e le rabbie dei ceti popolari, soprattutto quelli colpiti dalla crisi economica.
Questo porta molti elettori della classe lavoratrice a sentirsi incompresi e, in alcuni casi, addirittura giudicati se non aderiscono a certe visioni progressiste (ad esempio sentendosi etichettati come "intolleranti” e “razzisti" se non mettono come priorità valori che - se non arrivi a fine mese - per forza di cose saranno secondari).
La focalizzazione su temi percepiti come non prioritari dall'elettorato medio ha quindi ulteriormente ampliato la distanza con il popolo, quello vero.
E così mentre la sinistra si concentra su questioni che possono apparire di scarsa rilevanza per la vita quotidiana della maggioranza degli elettori, la destra intercetta e amplifica le preoccupazioni più (perlomeno apparentemente) immediate e tangibili, come la sicurezza, le tasse e l'immigrazione.
3. E parla la sua lingua
Terza lezione di marketing per principianti: parla la lingua del tuo target.
Mentre la destra adotta uno stile comunicativo diretto, fitto di termini colloquiali e di metafore importate da campi esterni alla politica, la sinistra tende a mantenere un linguaggio più formale e spesso percepito come elitario, riflettendo una più profonda disconnessione culturale.
Quando la sinistra tenta di adottare un linguaggio più popolare o di utilizzare i nuovi media in modo più disinvolto, la situazione è ancora peggio.
Basti pensare alla Schlein che canta J-ax. Vicina all’elettorato? Non credo.
Cringe e fuori contatto con la realtà quotidiana delle persone? Sì.
[NB: sì, anche Salvini e esponenti di destra hanno fatto diverse cose simili, ma avendo già un gruppo forte e coeso di sostenitori]
E così mentre la destra crea un senso di comunità e appartenenza, la sinistra quando prova a comunicare in modo “pop” l’unica cosa che crea è una sensazione di cringe. Forte.
4. Siamo nel 2024, imparate a usare ‘sti social dai
La sinistra non sa usare i social. Perlomeno non bene come la destra.
La destra, in particolare quella populista, ha dimostrato un’abilità nell'adattarsi ai nuovi mezzi di comunicazione molto più forte (certo, la pancia aiuta, ma credo ci sia anche una parte importante di superficialità da parte della sx nella comprensione delle piattaforme).
E a dirlo sono i numeri di
Follower
Media interazioni
Piattaforme più utilizzate (Destra: Facebook, Instagram, Twitter, TikTok. Sinistra: principalmente Twitter)
Frequenza di pubblicazione
La politica ha un impatto sulla società se arriva a quante persone più persone possibili.
Se le persone si spostano su nuovi mezzi di comunicazione, bisogna portarla anche lì, senza troppi pregiudizi. E imparare a farlo bene.
5. E raccontate quando fate bene
Negli ultimi anni, l'economia statunitense sotto la presidenza di Joe Biden ha registrato risultati notevoli. Il PIL è cresciuto del 12,6% fino al terzo trimestre del 2024, superando i livelli pre-pandemia e raggiungendo 21 trilioni di dollari.
L'occupazione ha toccato un record di 159,1 milioni di posti di lavoro (vs 152,3 milioni raggiunti durante la presidenza Trump)
I salari sono aumentati del 26,1% rispetto a febbraio 2020.
Eppure, due americani su tre disapprovano la gestione economica dell'amministrazione Biden, l'indice di fiducia dei consumatori è basso e molti cittadini ritengono che l'economia stia peggiorando.
Ma come è possibile questo scollamento tra i dati e la percezione pubblica?
Questo paradosso è dovuto a diversi fattori.
Tra questi, la retorica politica gioca un ruolo cruciale: Donald Trump e i suoi sostenitori hanno ripetutamente dipinto un quadro cupo dell'economia sotto Biden, alimentando una percezione distorta della realtà economica.
Al contrario, durante la presidenza Trump, nonostante i dati economici meno brillanti rispetto a quelli attuali (ad esempio, il PIL è cresciuto meno rapidamente e l'occupazione non ha mai raggiunto i livelli attuali), molti americani percepivano l'economia come solida.
Trump è riuscito a costruire una narrativa efficace che lo ha dipinto come un "salvatore" dell'economia americana. E molti elettori continuano a fidarsi più di lui per la gestione economica rispetto a Biden o Harris.
La capacità di Trump di influenzare la percezione pubblica attraverso una comunicazione diretta e spesso semplificata si scontra con le difficoltà dei democratici nel trasmettere i loro successi economici, incapaci di capitalizzare sui risultati positivi della loro amministrazione.
In gioco ci sono tantissimi altri fattori, ma credo che queste carenze contribuiscano a spingere molti elettori a rivolgersi a leader politici che, pur non rappresentando per forza i loro reali interessi, sembrano almeno parlare la loro lingua, capirne le ansie, condividere le preoccupazioni quotidiane.
Mi capita spesso di confrontarmi con ambienti progressisti che, pur animati da ideali nobili, risultano ciechi e chiusi in una visione elitista, spesso dimenticando a chi dovrebbero arrivare.
La politica è cambiamento, ma questa miopia comunicativa rischia di renderla sterile e, soprattutto, fallimentare.
E con questo me ne vado a letto. Alla prossima!
Puoi farne una versione incorniciata da regalare ad ogni membro del PD, a patto che se la appenda vicino allo specchio del bagno in modo da vederla ogni mattina?
Bellissima analisi Bianca, dovresti pubblicarla come articolo (su Factanza o altro), avrebbe una grande risonanza.